Sognare. Abbracciare.

Author: Elle ~ Il /

Ero seduta sul bordo della vasca della pensione alla quale pernottiamo di solito Emile ed io, quando ci fermiamo su Horyzon. Una giornata faticosa: non ho seguito nessun corso, questa volta, mi sono solo girata mezza Capitale per seguire Tilda. Voleva farmi vedere gli appartamenti di suo marito, per sistemarmi al mio prossimo trasferimento. 
Ma quello che stavo vedendo sulla mia schiena, allo specchio, era una figura del tutto inadatta a quella porzione di Verse. 
Mi hanno detto che non posso e non devo dimenticare il mio passato, ma vivermi per quella che sono diventata. Eppure come fai a non desiderare di veder scomparire quei segni come per magia?
Un brivido lungo la spina dorsale. Un fremito.
Sento le sue mani ruvide ma delicate percorrere il profilo delle cicatrici in rilievo. 
Sento il dolore, al contatto di quella punizione.
Sento il calore dei suoi baci, a ricordarmi quanto sono bella.
Volti che si susseguono, si scavalcano, scompaiono. 
Sento gli insulti ringhiati. Sento le risate bisbigliate.


Elle? Elle? Sei con me, Elle?

Sento il mio nome, ovattato, ma penetrarmi sempre più nel limbo dei sensi. No, non è il mio nome. È lui.
Era davanti a me, sopra di me. Il mio volto in una feroce presa delle sue mani. Ed improvvisamente stretta a lui.


Mi hai fatto cagare addosso!

Per quanto tempo sono scivolata sott'acqua, dentro la vasca? Ci avevo rivisto i giochi che facevo con Step, su Whitmon. C'erano pesci e coralli, ma devo aver solo sognato. Ho chiuso gli occhi per troppo tempo, per la stanchezza.
Prima che azzardassi a colpirlo in volto mi sono assicurata che non avesse visto niente. Ma un ampio telo nascondeva il mio corpo. Ed in bagno ve n'era un secondo, fradicio. 
Ho tirato un sospiro di sollievo, ho sorriso.

Una volta asciutta l'ho trovato ancora seduto sul letto. Mi fissava, agitando una gamba. È scattato in piedi, per lasciarmi spazio.



Allora?
Allora andiamo a dormire. 
Elle.. Dobbiamo parlare.. Tu.. Sono morto per un minuto!
Scusami.

Gli ho preso la mano, per farlo sedere accanto a me. Gli ho solo sorriso, prima di donargli un bacio sulla guancia. E l'ho stretto, a lungo.

Perché ancora una volta mi ha salvata, dall'annegamento nel passato. Perché lui è sempre con me, a garantirmi la vita. Perché semplicemente gli voglio bene. 
Mi sono stesa, da sola. Mi sono raccolta nei pensieri, mentre lo aspettavo.
Ho realizzato che Emile dev'esser stato un dono di Dio, lo stesso che mi ha abbandonata anni fa. Ho smesso di credere in Lui, perché era un'entità astratta, tanto distante dalla mia realtà. Ma adesso mi ha ricordato che non è poi così lontano, non si è dimenticato di me. Mi ha mandato un angelo custode a ricordarmelo. 
Se qualcuno si prende cura di te, giorno dopo giorno, senza pretendere nulla in cambio, in attesa solo di vederti felice.. Dev'essere necessariamente mosso da una profonda forma d'amore.
Dio sapeva che avevamo bisogno l'uno dell'altra. Abbiamo una seconda possibilità, assieme. Ed io non abbandonerò mai la sua mano.


Dormi?
Sì..

Un sorriso, sincronizzato. La luce della gioia nei suoi occhi. Gli ho preso la mano, come ogni notte. Mi sono presa il suo bacio sulla fronte. Dice che serve per proteggermi dagli incubi. Ma non li faccio più da mesi.

Prima che potesse girarsi a spegnere la luce, mi sono allungata a farlo io. E poi l'ho abbracciato, perché potesse entrare nella mia notte, nei miei sogni.
No, forse perché non volevo farmi sfuggire il mio sogno, che è qualcosa di materiale. Ha un cuore che batte veloce, il petto che si solleva, il calore nelle braccia che mi stringono.


Ti voglio bene, Elle.

Ha quella voce. L'ho stretto più forte.

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